lunedì 25 febbraio 2013

UN ASSAGGIO DI CINEMA


Sì, lo so, l’argomento non è certamente nuovissimo, anzi, è stato ampiamente trattato sui siti specialistici... Ma dato che siamo in clima di Oscar e che il cinema è un’altra delle mie grandi passioni, vorrei provare a fare una panoramica “in stile All’assaggio” (leggera, sintetica, ma accurata) sui film a tema gastronomico, sperando che questa divagazione possa essere di vostro gradimento.
La cinematografia internazionale offre numerosi spunti di interesse per noi gastrofili; in alcuni casi il cibo è tema portante, in altri è marginale, ad ogni modo le suggestioni offerte sono variegate e stimolanti.
Prima dell’avvento del food porn fotografico, è stato il grande schermo a regalarci piacere estetico, emozioni visive, presentazioni di piatti spettacolari, così come racconti di piccole e grandi storie legate in vario modo a cucina e alimentazione.
Frivole o monumentali, ironiche o drammatiche, sono tante le vicende enogastronomiche che si sono dipanate dinnanzi ai nostri occhi.
Eccovi una carrellata, certamente non onnicomprensiva, ma significativa:



POMODORI VERDI FRITTI ALLA FERMATA DEL TRENO

Una storia americana del profondo sud. Due amiche, un commovente e – a tratti – ambiguo legame e un bar, sito alla fermata ferroviaria, la cui specialità sono i pomodori verdi fritti.
Cibo tra discriminazioni razziali ed emancipazione femminile.

  
COME L'ACQUA PER IL CIOCCOLATO

Storia d’amore contrastata e clandestina tra due giovani messicani durante la dittatura del primo Novecento. La passione di lui viene esaltata dalla magia dei piatti cucinati da lei.
Il cibo come comunicazione.


BIG NIGHT

Una serata evento dedicata a un grande musicista che non verrà mai. La preparazione, l’attesa, la delusione, la felliniana lite sulla spiaggia.
Il cibo come riconciliazione degli affetti familiari. 

  
SUPER SIZE ME

Sulla scia di Michael Moore, è un film inchiesta sui danni causati dalle consumazioni fast-food. Il protagonista/regista/cavia intraprende un viaggio durante il quale si immola cibandosi per tre volte al giorno di panini con hamburger, patatine e coca cola.
Il cibo come elemento autodistruttivo del cittadino postmoderno. 

  
FAST FOOD NATION

Film quasi gemello di “Super Size Me”, la differenza è che l’indagine è rivolta al primo anello della catena dei fast-food: la produzione della carne e le aberranti condizioni umane da “animali da macello” di coloro che vi lavorano all'interno.
L’hamburger e il suo lato insano. 

 
LA GRANDE ABBUFFATA

Quattro amici organizzano una serata a base di cibo a volontà e sesso, ma la sovrabbondanza sarà fatale per tutti. Attraverso gli eccessi emerge il desolante quadro di una borghesia viziata e satura del proprio benessere.
Cibo come feroce critica sociale.


I NUOVI MOSTRI

Ritratto spietato della “mostruosità” made in Italy anni Settanta attraverso quattordici diseguali, crudeli, episodi nei quali alcuni italiani “tipo” danno il peggio di sé. Il film rientra nella nostra lista per il chiassoso, sguaiato episodio “Hostaria” in cui un cuoco e un cameriere si azzuffano nella cucina di una trattoria tipica.
Cibo corrosivo.


QUALCUNO STA UCCIDENDO I PIÙ GRANDI CUOCHI D'EUROPA

Un misterioso killer inizia a uccidere alcuni famosi chef europei seguendo l’ordine di un menù stranamente collegato al direttore di una rivista gastronomica.
Il cibo incontra il thriller commedia.


IL PRANZO DI BABETTE

Uno spettacolare banchetto per una dozzina di commensali diventa lo specchio per un ritrovato amore per la vita. La perfezione estetica delle portate e un sottile gioco di colori, sguardi e suoni accompagnano nostalgia e rimpianti.
Quando il cibo incontra la letteratura con preziosità formale.

  
VATEL

Nella Francia del 1671 al maestro cerimoniere e cuoco Vatel (un gigantesco Gerard Depardieu) viene affidato l’incarico dell’accoglienza del Re Sole. La sofferta preparazione del sontuoso e scenografico banchetto si snoderà tra sotterfugi e complotti, fino al tragico e paradossale finale.
Il cibo come perfezione ed estrema dedizione.


CHOCOLAT

Il sindaco di un sonnolento villaggio francese cerca in tutti i modi di boicottare un negozio di cioccolato che, con i suoi gustosi prodotti, sta conquistando gli abitanti.
Il cibo (anzi, il cioccolato) diventa “psicologo”, adattandosi e comprendendo le varie tipologie umane, e abbattendo i muri del bigottismo e del pregiudizio.

  
RICETTE D'AMORE

La vita di una algida chef tedesca cambia grazie all'arrivo della nipotina rimasta orfana e all’amore per un collega italiano.
Cibo come strumento di salvezza e di redenzione.
Il film ha avuto un remake statunitense, Sapori e dissapori.

 
MANGIARE BERE UOMO DONNA
 
Microcosmo familiare di un padre chef e tre figlie, scandito da una serie di ricette asiatiche che sono uno spettacolo per gli occhi. Incontro/scontro generazionale dove la tradizione (anche culinaria) si confronta con il pensiero moderno.
Cibo come legame di famiglia.
Il film ha avuto un remake in salsa tex-mex, Tortilla soup.


Locandine da web

giovedì 21 febbraio 2013

NASCONO I SUCCHI DI FRUTTA “OLTRE IL BIOLOGICO”



Succhi di frutta buoni, naturali, sicuri, a scarso contenuto di zuccheri e basso impatto ambientale? Tutto questo è stato reso possibile grazie al Progetto Derfram, attività che rientra tra quelle sostenute dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania attraverso la misura 124.
Capofila del Progetto Derfram è l’azienda GiòSole di Capua (Caserta) che - unitamente ad altre quattro aziende agricole e a tre enti di ricerca molisani e campani - ha messo a punto una produzione di derivati di frutta coltivata con l’impiego di antagonisti naturali come il lievito rosa, capace di inibire lo sviluppo di muffe e di detossificare la micotossina Patulina.
Ieri mattina i risultati della ricerca sono stati presentati a Napoli, presso Città della Scienza, nell’ambito della mostra Gnam dedicata all’educazione alimentare.
In primo luogo si è svolto un consumer test rivolto agli alunni di una scuola elementare napoletana. I bambini, attraverso un’analisi sensoriale guidata, hanno individuato le differenze tra varie tipologie di succo di frutta (in base al colore, alla consistenza della polpa, al sapore più o meno accentuato di frutta fresca piuttosto che di frutta cotta) e hanno imparato quali sono gli elementi da valutare per diventare consumatori più consapevoli (ad esempio, saper leggere le etichette).
È di importanza fondamentale istruire i piccoli al mangiare sano, così come educarne il gusto.

Dolcetti con confettura di frutta

Successivamente c’è stata la conferenza stampa, moderata dalla giornalista Rosaria Castaldo, alla quale hanno preso parte Mariella Passari, Dirigente Assessorato all’Agricoltura Regione Campania, Elena Sorrentino, Responsabile Scientifico Progetto Derfram, Alessandro Pasca di Magliano, titolare della Masseria GiòSole, Italo Santangelo, dirigente del SeSIRCA di Napoli.

Rosaria Castaldo
Mariella Passari
Elena Sorrentino
Alessandro Pasca di Magliano, Rosaria Castaldo e Italo Santangelo
 
Sono state evidenziate alcune delle caratteristiche che contribuiscono ai succhi di frutta nati dal Progetto Derfram di differenziarsi rispetto alle produzioni industriali: il sapore fresco dovuto all’utilizzo esclusivo di frutta coltivata e trasformata all’interno dell’azienda stessa, colta al giusto grado di maturazione (piuttosto che acerba, come invece avviene in aziende con tempi e processi di trasformazione più lunghi dovuti a spostamenti); la scarsa quantità di saccarosio aggiunta; la sicurezza proveniente dal contenuto ridotto di micotossine e residui di fitofarmaci ed inoltre, particolare non trascurabile, un basso impatto ambientale grazie ad un uso attento di acqua e di fonti energetiche in azienda.
Al momento questi prodotti non hanno ancora un nome commerciale, ma sicuramente torneremo presto a parlarne.


lunedì 18 febbraio 2013

RITORNO IN CASA ÉLITE-ROSSI




Rieccoci di nuovo in casa Rossi, ad Alvignano, dove mangiare è sempre un piacere! Le pizze squisite a lievitazione naturale di Pasqualino Rossi e la buona cucina tradizionale di mamma Rita sono una tentazione irresistibile alla quale cedere volentieri.
Un menu ricchissimo quello dei Rossi, che comprende un cospicuo numero di pizze condite con ingredienti selezionati e piatti del giorno preparati con amorevole cura dalle mani materne.
Stavolta Pasqualino ci ha fatto assaggiare una nuova creazione alla quale tiene moltissimo: un omaggio alla sua cara nonna Rosa. Ovvero colei che, insieme a nonno Giuseppe, nel lontano 1926 ha dato vita al Bar Rossi, l’attività capostipite che – nel corso degli anni – sarebbe poi diventata l’attuale pizzeria-osteria Élite.
Il ripieno Nonna Rosa è un tripudio di sapori di territorio: scarola riccia, salsiccia di maiale di razza casertana, provola affumicata, olive nere caiazzane, pomodorini vernini e olio extravergine d’oliva monocultivar ravece (concessione quest’ultima ai sapori irpini, ma nell’insieme ci sta proprio bene).

Ripieno Nonna Rosa
Ripieno Nonna Rosa  (interno)

Da accompagnare rigorosamente con una birra Karma, una delle tante glorie locali che, insieme agli straordinari latticini del caseificio Il Casolare ed altri prodotti di alta qualità, hanno reso Alvignano meta di pellegrinaggio per i buongustai.
E se non bastassero le squisitezze della zona a mettervi in moto, il gioioso sorriso di Pasqualino e di Gianluca Rossi varrebbero da soli il viaggio ;-)

Pasqualino Rossi
 

Pizzeria Élite
Corso Umberto I, 170 – Alvignano, Caserta
tel. 0823/869092

venerdì 15 febbraio 2013

SAN VALENTINO A LE COLONNE



14 febbraio, festa degli innamorati? Così si dice… Mai trascorso una serata romantica in questa data. Perché per me, da sempre, è il compleanno di mio padre. Una ricorrenza da trascorrere con la famiglia, in cui andare a cena fuori a festeggiare ogni volta che è possibile.
L’arduo compito di scegliere il ristorante tocca sempre a me, e neanche stavolta mi sono sottratta all’incarico. Anzi, quest’anno in particolar modo avevo adocchiato una serie di proposte interessanti in giro.
A “Papà All’assaggio”, al secolo Vittorio, devo buona parte della mia passione per la buona tavola e il buon bere, perciò non volevo assolutamente sfigurare. Valutati i menu, calcolate le distanze… Deciso! Si va a Le Colonne, a casa di Rosanna Marziale.
Raccattati marito, fratello e genitori si parte alla volta di Caserta.
E lì, sorpresa! Un allestimento di grande impatto scenografico, tutto giocato sui toni del rosso. Boccia di vetro centrotavola con petali di rose immersi in acqua color rubino, libricino con una selezione di poesie d’amore e segnalibro infiocchettato con il menu stampato come omaggio per gli ospiti, pietanze cuoriciose: un trionfo di romanticismo. Repertorio classico quello messo in piedi dai fratelli Loreto e Maria Marziale, per un effetto stupore assicurato!

Ristorante Le Colonne

Nonostante la sala sia gremita l’andamento della cena è gradevole, le portate si susseguono speditamente e con grande cura da parte del personale. 

Uno degli appetizer
Panino con semi di sesamo
Gamberi al naturale, al kataifi e anni 80, rotelle di calamaro su cous cous
Tortelli all'astice in guazzetto di vongole
Sarago con patatine croccanti in salsina di olive nere caiazzane e pomodorini del pendolo
Frutta calda allo chantilly con briciole di pan di spagna al cioccolato
Cuore freddo con caldo di zabaione
 
Un menu inedito quello studiato dalla chef per l’occasione, poco affine ai piatti che si trovano abitualmente nella carta del ristorante e che hanno contribuito alla fama della Marziale. Ma il risultato complessivo è di grande piacevolezza.
Il caloroso saluto finale di Rosanna ha completato l’opera: obiettivo sbalordimento dei parenti centrato ;-)
Ancora auguri papà :-)



Le Colonne
Viale Giulio Douhet, 7/9 – Caserta
tel. 0823/467494
1 Stella Michelin 

lunedì 11 febbraio 2013

BIRRE DA…MARE




Una serata interamente centrata sull’universo brassicolo e una straordinaria vista sul Golfo di Napoli: combinazione eccellente per l’esordio nelle manifestazioni enogastronomiche del Paradisoblanco, location solitamente dedicata a cerimonie e ricevimenti che, grazie alla sua elegante struttura e alla felice posizione, si presta favorevolmente a eventi di ogni genere.

Ristorante Paradisoblanco
 
La prima iniziativa del nuovo corso è stata la cena-degustazione Birre da…mare, ideata dalla giornalista Laura Gambacorta, con un menu costruito ad hoc dal resident chef Massimiliano Torres in modo da abbinarsi perfettamente alle birre del birrificio artigianale campano Maltovivo del mastro birraio Luigi Serpe.

Massimiliano Torres, Laura Gambacorta e il general manager Paolo Tortora
 
Prima dell’inizio della cena, l’esperta Mena D’Avino ha tenuto un incontro introduttivo sul variegato mondo delle birre, soffermandosi in particolare su quelle artigianali. È stato innanzitutto fondamentale capire cosa si intende quando si parla di "birra artigianale", non contemplata dalla legislazione italiana, che prevede unicamente cinque categorie di birre in base al grado saccarometrico. 
In linea di massima, le birre artigianali si contraddistinguono in quanto non pastorizzate, non filtrate, spesso rifermentate in bottiglia e prodotte in quantità ridotte rispetto a quelle industriali.
Le materie prime che compongono tutte le birre sono acqua, malto, luppolo e lievito. Nella produzione artigianale si prediligono i lieviti ad alta fermentazione (a temperature elevate), che regalano alla bevanda intense sensazioni olfattive e gustative, ma esistono anche tipologie di birra a fermentazione spontanea, le cosiddette Lambic.
Tantissimi i punti affrontati, che meriterebbero un approfondimento a parte: la schiuma (che protegge la birra dall’ossidazione), la temperatura di servizio (quasi speculare a quella del vino; la birra non si beve ghiacciata!), la spillatura, la forma e la pulizia del bicchiere (in questa occasione ho scoperto quanto sia sbagliato bere direttamente dalla bottiglia: così facendo si ingerisce anidride carbonica!)… Ad ogni modo, le nozioni di base fornite dalla D’Avino e le successive delucidazioni di Serpe hanno consentito a noi ospiti di affrontare più consapevolmente la degustazione.

Laura Gambacorta, Mena D'Avino e Luigi Serpe

Ad accompagnare le sfizioserie di benvenuto e l’antipasto (Rotolino di pesce bandiera al gratin di pane al latte, con friarielli e bufala al fieno in umido di Tschö) è stata la chiara Tschö!: tipologia Kölsch, dotata di grande bevibilità e leggerezza, dalle note mielate e dal finale amaro non invadente. 

Mini tartare di tonno e lime
Bocconcini di baccalà in tempura con salsa tartara
Mini parmigianina di melanzane su fonduta di parmigiano
Rotolino di bandiera gratinato con friarielli e bufala al fieno in umido di Tschö!
Tschö!
 
Primo (Fusillone trafilato al bronzo con seppiolina scottata, foglioline di torzella e crema di pecorino di fossa) e secondo (Stufato di maialino da latte in confit in purea di carciofi, porretto fritto e sformatino di patata vitelotte alla crema di latte) sono stati invece abbinati all’ambrata Noscia: tipologia American IPA, con il luppolo a rappresentare l’ingrediente focale. Resinosa e agrumata al naso, dal gusto amaro-dolce e finale secco.

Fusillone con seppiolina scottata, foglioline di torzella e crema di pecorino di fossa

Stufato di maialino da latte in confit in purea di carciofi, 
con porretto fritto e sformatino di patata vitelotte alla crema di latte
Noscia
 
Il dessert (Mousse di cioccolato fondente con croccantino di pistacchi di Bronte, savoiardo al cacao e brina di Black Lizard) è stato affidato alla scura Black Lizard: tipologia Porter, con schiuma compatta e cremosa, dalle note di affumicato. 


Mousse di cioccolato fondente con croccantino di pistacchi di Bronte, 
savoiardo al cacao e brina di Black Lizard
Black Lizard
 
Piatti raffinati e di grande impatto visivo, birre decisamente di mio gradimento, panorama mozzafiato e compagnia piacevole: idillio totale! 


 

Paradisoblanco
Via Catullo, 13 – Napoli
tel. 081/2475107 – 2475130

Maltovivo
Contrada Piana – Ponte, Benevento
tel. 0824/876420
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