giovedì 23 febbraio 2012

SOSTE GOLOSE ROMANE - Parte seconda

Ben ritrovati alla seconda parte del nostro percorso romano!
Anche stavolta le mie incursioni hanno avuto come oggetto prevalentemente il cibo da strada e i piatti (anche) da asporto, per una fruizione veloce ma con l'occhio sempre puntato al gusto.
Ribadisco che queste segnalazioni sono sicuramente arcinote ai capitolini, ma magari possono essere di qualche interesse per i non-romani che si dovessero trovare in città ;-)

Iniziamo con un locale in zona Marconi, che ho scovato andando alla Città del Gusto.
Acquolina offre servizio di friggitoria e di pizze al taglio, sia da consumare in loco che take away. Originale e stuzzicante è il cartoccio di calamari espresso; da notare che qui sono banditi i surgelati! Buona anche la scelta di birre artigianali.

Cartoccio di calamari

Non troppo distante, in zona Monteverde, troviamo la pizzeria La Gatta Mangiona. Qui la pizza è davvero saporita, e c'è un discreto assortimento di fritti croccanti e appetitosi.
La Margherita classica è fragrante e ben condita con fiordilatte, pomodoro, basilico e parmigiano grattugiato. Tra le sfizioserie, troviamo supplì con asparagi e zafferano, crocchette di patate con fiordilatte, crocchette di ricotta e spinaci, e fiori di zucchine ripieni con fiordilatte e acciughe.

Margherita classica
Crocchetta di patate con fiordilatte
Crocchetta di ricotta e spinaci
Supplì con asparagi e zafferano

Virando in zona Monti, si giunge in un localino per certi versi rivoluzionario. Tricolore è panetteria, paninoteca e scuola di cucina, tutto in uno. I panini sono straordinari, grazie alla lievitazione naturale e alle farciture eccellenti. E dato che qui vengono utilizzate le mitiche uova di Paolo Parisi, quale miglior modo di degustarle se non in uno zabaione fresco? ;-)
I posti a sedere sono pochissimi, ma l'attesa è ampiamente ripagata; in alternativa, potete portarvi via il vostro pasto in una comoda scatolina.

Filet-O-Fish di Lattarini (lattarini del Mediterraneo, salsa tartara con uova di gallina livornese Paolo Parisi)
Hot Dog (wurstel di maiale di cinta senese Paolo Parisi, cipolle di Cannara, senape in grani)
Quel che resta dello Zabaione…

Se si vuole proseguire con un momento dolce, nelle vicinanze c'è Sweety Rome, pasticceria che propone specialità internazionali. Cupcakes variopinti e brownies occhieggiano invitanti dal banco vetrina, ma nel fine settimana c'è spazio anche per i salati (nelle formule Colazione Americana e Brunch).

Brownie glassato al cioccolato bianco con pistacchi
Muffin alla carota

Infine, allungandosi a Testaccio, si arriva da 00100 Pizza. Lo ammetto, sono rimasta letteralmente conquistata dalle leccornie di questo locale!!! I supplì sono goduriosi (quello con la Genovese è sublime!) e uno strepitoso impasto fa da base alle pizze in teglia e ai trapizzini, ovvero triangolini che vengono farciti al momento con sughi e condimenti gustosissimi, i cui ingredienti sono indicati su una grande lavagna affissa a tutta parete.
Il negozio è spesso gremito, e a giusta ragione! Consigliatissimo.

Trapizzino con polpette al sugo
Trapizzino con pollo alla cacciatora
Pizza Ripiena al Fumo
Supplì Amatriciano
Supplì Genovese

Per questa volta è tutto, ma le avventure romane non finiscono qui ;-)

Acquolina
Via E. Fermi, 102-104 – Roma
tel. 06/5599801

La Gatta Mangiona
Via F. Ozanam, 30-32 – Roma
tel. 06/5346702

Tricolore
Via Urbana, 126 – Roma
tel. 06/88976898

Sweety Rome Caffè
Via Milano, 48 – Roma
tel. 06/48913713

00100 Pizza
Via G. Branca, 88 – Roma
tel. 06/43419624

lunedì 20 febbraio 2012

COMUNI VESUVIANI - Viva lo Re

Il menu ideale: una serata tra amici, una locanda dall’atmosfera calda e accogliente, e tantissimi piatti da condividere!
Rapiti dalle proposte del giorno, ci siamo fatti prendere la mano e abbiamo ordinato un gran numero di portate diverse, spaziando tra terra e mare.
Per mio conto, avevo già avuto modo di provare uno dei piatti di questo ristorante (in questa occasione), ma stavolta ho potuto degustare l’intera gamma di opzioni disponibili, dall’antipasto al dolce.
Ecco il reportage di (quasi) tutto quello che abbiamo assaggiato:


Piatti del giorno
Antipasti
Lasagnetta con polpo e canocchie
Gnocchetti con broccoletti
Zuppetta di patate e seppioline (con crostini)
Zuppetta di patate e seppioline
Agnello
Calamaro ripieno e fritto
Merluzzo in tre modi
Flan con ricotta e cioccolato fondente
Tortino di mele annurche
Caffè

Viva lo Re
Corso Resina, 261 – Ercolano, Napoli
tel. 081/7390207

giovedì 16 febbraio 2012

DON ALFONSO 1890 – IL LIBRO



L'occasione era di quelle ghiotte (in tutti i sensi): la possibilità di incontrare un mito. Un emblema, più che un semplice chef. L'uomo che ha elevato la cucina mediterranea al rango di arte.
Non è facile trovare definizioni che non siano già state utilizzate per descrivere Alfonso Iaccarino. Per tutti, Don Alfonso. Patròn e anima del ristorante Don Alfonso 1890 di Sant'Agata sui due Golfi - da sempre sinonimo di eccellenza gastronomica - lo chef ha creato un gruppo di lavoro esemplare e vincente insieme alla sua famiglia: l'instancabile moglie Livia e i figli Ernesto e Mario.
Pertanto quando ieri c'è stata la presentazione del libro Don Alfonso 1890 presso la libreria Feltrinelli di Napoli, ero seduta in prima fila!


Erano presenti all'evento la giornalista Licia Granello, autrice del volume; Lucio D'Alessandro, rettore dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, e, ovviamente, i due coniugi Iaccarino.


Nel corso dell'incontro i relatori hanno ripetuto più volte che la famiglia Iaccarino rappresenta una gloria nazionale culturale, oltre che gastronomica, e che costituisce un vero e proprio modello di successo.
La storia della nascita del ristorante è per certi versi già nota. Livia e Alfonso hanno scelto di non seguire le rispettive attività di famiglia (commercio e settore alberghiero) per dedicarsi al loro sogno: aprire un ristorante che proponesse i prodotti della loro terra, puntando tutto sulla qualità degli ingredienti e sulla dieta mediterranea.
La loro avventura è iniziata nel 1973, e da allora hanno raggiunto altri traguardi: la creazione di una scuola di cucina presso la sede storica di Sant’Agata sui due Golfi, e l'apertura di altri due ristoranti, a Marrakech e a Macao.
Licia Granello ha sottolineato che il caso del Don Alfonso è emblematico; rappresenta un fenomeno di imprenditoria internazionale, l'esportazione di "alto artigianato" italiano, che funziona benissimo all'estero. Un importantissimo esempio di diffusione culturale del cibo italiano nel mondo.
Alfonso Iaccarino ha precisato che il suo obiettivo non è mai stato quello di fare soldi, ma cercare di diffondere l'amore per la qualità e per il mangiare sano. Avrebbe potuto scegliere di vivere ovunque, ma è rimasto a Sant’Agata sui due Golfi per la qualità della vita. Ed è proprio secondo la sua filosofia che al ristorante vengono proposti solo prodotti biologici, coltivati nella sua tenuta e assolutamente privi di sostanze chimiche.
La decisione di aprire in Asia è stata presa soprattutto grazie alla fiducia riposta nell'imprenditore che li ha cercati e contattati, e nel progetto di qualità che è stato loro proposto.
L'80% delle materie prime dei locali all'estero arriva dall'Italia; inoltre, a Marrakech vengono coltivati anche alcuni prodotti in un giardino biologico.
Livia Iaccarino ha evidenziato che è proprio facendo eccellenza che si creano posti di lavoro. Lei e il marito avrebbero potuto scegliere di avere un piccolo locale a gestione familiare e garantirsi comunque la sussistenza, invece con i loro progetti hanno dato lavoro a tante persone e hanno contribuito alla ricchezza del loro paese.


Per quanto concerne il libro Don Alfonso 1890, l'autrice ha raccontato di aver trascorso un anno insieme alla famiglia Iaccarino. Ha intervistato i quattro componenti separatamente e li ha fatti esprimere in libertà. I due figli Ernesto e Mario sono parte integrante del sistema, e non sono da considerarsi dei semplici subalterni rispetto ai genitori.
Ogni membro ha parlato delle proprie ricette del cuore, intese come “memorie di palato”. Oltre a ciò, nel libro ci sono anche le ricette del ristorante.

Livia e Alfonso Iaccarino

Al termine della presentazione i coniugi Iaccarino hanno risposto ad alcune curiosità del pubblico presente in sala, quindi c'è stata la degustazione dei vini dell'azienda Villa Matilde.
Speriamo di incontrare nuovamente Don Alfonso, magari direttamente a Sant’Agata sui due Golfi!


martedì 14 febbraio 2012

MILLEUNACINA

Stavolta la mia passione per la cucina internazionale mi ha portata in Cina! O quasi...
Lo scorso anno ho avuto modo di visitare la rassegna milleunaCina, organizzata dall'Università degli studi di Napoli L'Orientale, e così ho voluto presenziare anche alla seconda edizione.
Si tratta di un festival sulla Cina contemporanea con un ricco calendario di eventi, che si svolgono nell'arco di una settimana presso il Palazzo delle Arti di Napoli (altrimenti noto come PAN).


I numerosi incontri e performance hanno toccato i temi più svariati: calligrafia, letteratura, musica, fotografia, cultura e naturalmente cibo!
Nello specifico, sabato 11 febbraio ho assistito alla presentazione della Cerimonia cinese del tè.
È il metodo cinese tradizionale di preparazione del tè, che richiede l'osservanza di alcune regole precise e l'uso di particolari utensili.
Le tazzine usate per la cerimonia non devono mai essere toccate con le mani, ma vanno manipolate con delle pinze di legno; esse sono disposte su un vassoio di legno con il doppio fondo nel quale l'acqua possa defluire, dato che vengono accuratamente sciacquate con acqua bollente prima dell'utilizzo.
La relatrice dell’evento ha spiegato che le tazze cinesi di utilizzo abituale sono corredate di coperchio oltre che di piattino, in quanto i 3 pezzi piattino, tazza e coperchio simboleggiano i 3 elementi Terra, Uomo e Cielo.


Domenica 12 il programma ha annoverato un concerto di musica cinese tradizionale e moderna (con una gradevole interpretazione del brano napoletano Santa Lucia cantato in italiano e in cinese), seguito da una piacevole conversazione sulla gastronomia cinese dal titolo La lunga via dello Spaghetto, a cura della professoressa Maria Laura Cigliano.
Se nella precedente edizione ci si era soffermati sulle caratteristiche della cucina cinese, basata sui contrasti, questa volta l’attenzione è stata posta sull’annosa questione dell’invenzione della pasta. Anche se è ovvio che in campo gastronomico non si possa parlare né di invenzioni né di singoli inventori.
È ormai appurato che non fu Marco Polo a portare gli spaghetti in Occidente, in quanto al suo rientro esisteva già il commercio della pasta secca. Infatti, secondo una scoperta effettuata da archeologi cinesi del 2005, in un sito di epoca preistorica sul Fiume Giallo è stato ritrovato il più antico piatto di spaghetti della storia. Pertanto la paternità degli spaghetti (nella sola accezione del formato) sembrerebbe essere cinese.


A chiusura dell'intera rassegna, "A tavola con Confucio", buffet di specialità tipiche cinesi allestito dal ristorante La Muraglia.
L’ennesima riprova che il cibo è cultura, e la cultura passa attraverso il cibo ;-)

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